In un mondo maggiormente sempre più in evoluzione, la professione della Consulenza del Lavoro si è ritrovata ad avviare un percorso di cambiamento e miglioramento, a stretto contatto con una nuova cultura digitale.
Un percorso di cambiamento che vede, appunto, la figura dei Consulenti del Lavoro impegnati ad acquisire approfondite specializzazioni, ad essere empatici con il cliente, ad avere un background che sia quanto più tecnico, umanistico e sociale.
Un fornitore, come può essere il Consulente del Lavoro, deve poter creare valore per il proprio cliente, non più solo un apporto tecnico legato al semplice servizio. Ne deriva che la digitalizzazione, nuovi modelli di business e nuove leve strategiche rimodificano la visione del proprio ruolo di Consulente.
Consulenza del lavoro: come formarsi in vista del cambiamento?
Per essere più competitivi, le attività più di tipo standard, come l’elaborazione delle paghe, possono essere automatizzate attraverso il supporto di software altamente innovativi e tecnologici, in grado di far risparmiare anche il cliente. Gli automatismi servono anche a migliorare la relazione con la clientela e renderla più fidelizzata nel tempo: condividere con il cliente una tecnologia che risulta essere parte integrante del suo processo lavorativo aiuta a rendere il rapporto ancora più stretto.
Il primo aspetto da tenere a mente è comprendere che la professione del Consulente del Lavoro può evolvere, permettendo allo Studio di concentrarsi su aspetti più efficienti e strategici che la mera consulenza amministrativa.
L’analisi e la supervisione del Consulente del Lavoro sui dati riportati in busta paga può, infatti, mettere in luce e approfondire specifiche situazioni per il cliente e fargli prendere decisioni in modo nettamente più consapevole. Un esempio, può essere l’analisi dei giorni di assenza dei dipendenti in un determinato reparto o sede di ufficio che può trasformarsi in un’analisi della produttività di quello stesso reparto o di quella sede di ufficio o semplicemente l’opportunità per predisporre strategie di miglioramento.
Di strategia, non può di certo rimanerne privo il Consulente del Lavoro perchè il cambiamento a cui è chiamato non prevede improvvisazione. Ecco perchè l’adozione di modelli di collaborazione con altri professionisti del settore, con cui iniziare ad “allearsi”, permette di presentarsi agli occhi del mercato in una forma senz’altro più strutturata.
Avere, però, uno sguardo verso l’esterno, non deve far dimenticare quanto sia importante tenere conto anche della propria organizzazione interna: è fondamentale rendere partecipativo e proattivo il proprio personale, incentivando la sua formazione finalizzata ad incrementare le soft skill di ciascuno e, al tempo stesso, potenziare la capacità di far fronte al cambiamento con positività e in forma costruttiva.
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