Le aziende che si impegnano nel percorso verso la certificazione di parità stanno lavorando attivamente per eliminare gli stereotipi di genere, promuovere la diversità e favorire l’inclusione. Questo impegno le rende anche più attrattive sul mercato del lavoro.
La tematica della parità di genere, in particolare del lavoro femminile, ha ricevuto maggiore attenzione verso la fine del 2023, anche a seguito dell’aumento dei “femminicidi” che ha suscitato un’importante reazione emotiva.
La lotta contro la violenza di genere passa anche attraverso l’indipendenza economica, ma in Italia la differenza salariale di genere e la disparità nella divisione dei ruoli familiari rimangono temi centrali. Queste disparità portano, di conseguenza, molte donne a ridurre l’orario di lavoro o addirittura a lasciare il lavoro.
Per cambiare questo paradigma, è necessario intervenire sia sul fronte retributivo e organizzativo del lavoro, sia sul fronte culturale. La pandemia e il periodo post-pandemico hanno cambiato radicalmente la percezione dell’equilibrio tra vita e lavoro, portando molti a rivalutare le proprie priorità e a cercare un maggiore benessere lavorativo.
La Generazione Z, in particolare, pone grande importanza non solo al salario, ma anche al benessere sul luogo di lavoro, alla possibilità di realizzare le proprie aspirazioni e al bilanciamento tra lavoro e vita personale. La certificazione di parità è uno strumento legislativo che favorisce un cambiamento culturale e introduce buone pratiche, non solo in termini di parità salariale ma anche di attrattività aziendale e di efficacia nel talent retention.
Il ruolo del legislatore nella promozione della parità di genere
Il legislatore ha assunto un ruolo fondamentale nel promuovere la parità di genere attraverso l’istituzione di principi e l’attivazione di nuove dinamiche culturali. La nostra Costituzione già definisce chiaramente il tema della parità di genere. L’articolo 3 sancisce la pari dignità sociale di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di sesso, e stabilisce che la Repubblica debba rimuovere gli ostacoli economici e sociali che impediscono lo sviluppo pieno della persona umana e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori alla vita politica, economica e sociale del paese.
In particolare, l’articolo 37 pone al centro la figura della donna lavoratrice, garantendole gli stessi diritti e le stesse retribuzioni del lavoratore per lo stesso tipo di lavoro. Le recenti politiche genitoriali evidenziano un cambiamento di prospettiva, con un maggior riconoscimento del ruolo del padre attraverso congedi parentali, paternità obbligatoria e nuovi permessi per la conciliazione vita-lavoro, che possono essere richiesti anche dai padri.
Il sistema di certificazione della parità di genere mira a promuovere politiche di empowerment femminile nelle aziende, migliorando l’accesso delle donne al mercato del lavoro, alle posizioni di leadership e favorendo un migliore equilibrio tra vita lavorativa e privata, oltre che affermando la parità salariale. Per incentivare le imprese ad adottare la certificazione, sono previsti meccanismi di premialità che favoriscono le aziende certificate.
La strada verso l’azienda moderna: come ottenere la certificazione di parità di genere?
Per ottenere la certificazione di parità di genere, le aziende devono adottare specifici indicatori chiave di performance (KPI) relativi a sei aree di valutazione:
– Cultura e strategia
– Governance
– Processi delle risorse umane
– Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda
– Equità salariale tra i generi
– Sostegno alla genitorialità e conciliazione vita-lavoro
Le aziende che si impegnano concretamente per ottenere la certificazione di parità agiscono in tutte queste aree e si distinguono per la loro forte propensione all’innovazione organizzativa. Queste aziende tracciano la strada per politiche strategiche e organizzative inclusive e flessibili, che consentono un migliore equilibrio tra vita lavorativa e personale. In questo modo, migliorano il benessere in azienda e creano valore.
Quali sono i vantaggi per le imprese?
La parità di genere non è solo un principio etico, ma anche un motore di crescita economica e sviluppo. Ottenere la certificazione di parità di genere porta benefici tangibili che influenzano la cultura aziendale, la reputazione e le performance globali, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più sostenibile e di successo. La promozione di un ambiente di lavoro equo e inclusivo porta a una maggiore soddisfazione dei dipendenti, migliora il morale e riduce i conflitti interni, contribuendo a creare un clima organizzativo positivo e più produttivo.
Questi fattori rafforzano l’immagine e la reputazione sia interna che esterna dell’azienda, aiutando a trattenere il personale esistente, valorizzare il talento e attrarre nuove risorse. Riducendo o eliminando il divario retributivo di genere, l’azienda dimostra un impegno sociale concreto per garantire la parità salariale tra uomini e donne.
Il nostro studio di consulenza del lavoro è a disposizione per approfondire il tema con le aziende interessate.
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