Gli ultimi anni sono stati segnati da un punto di svolta nel panorama del lavoro in Italia, con lo smart working che si è definitivamente affermato come una modalità di lavoro flessibile e sempre più diffusa, anche per le categorie più fragili. L’emergenza sanitaria del 2020 ha accelerato questo processo, evidenziando i vantaggi di questa modalità di lavoro, soprattutto per categorie di lavoratori considerate più fragili.
Qual è la situazione attuale?
La fine delle misure straordinarie ha portato ad un ritorno alla normalità (relativa).
Con il termine delle misure eccezionali introdotte durante la pandemia, il quadro normativo si è evoluto, introducendo nuove regole e limitando alcune delle precedenti facilitazioni. In particolare, a partire dal 1° aprile 2024 non è più prevista alcuna forma di smart working semplificato, anche per i lavoratori fragili e lavoratori con figli under 14.
L’accordo individuale: pilastro fondamentale dello smart working
Attualmente, la possibilità di svolgere lavoro agile è subordinata alla stipula di un accordo individuale tra lavoratore e datore di lavoro, come previsto dalla legge n. 81/2017. Questo accordo, personalizzato per ogni situazione, definisce:
Modalità di svolgimento del lavoro: orari, luoghi, strumenti utilizzati
Tempi di raggiungibilità: in caso di necessità di presenza in ufficio, per esempio
Tutte le altre condizioni necessarie: modalità di comunicazione, gestione delle ferie, ecc.
La valutazione dei rischi: un obbligo imprescindibile
L’azienda, inoltre, è tenuta a effettuare una valutazione dei rischi specifici connessi allo svolgimento del lavoro in modalità agile, al fine di garantire la sicurezza e la salute del lavoratore. Tale valutazione deve tenere conto delle caratteristiche del luogo di lavoro a distanza e dei possibili rischi ergonomici, psico-sociali e di isolamento.
I lavoratori fragili: una tutela specifica ma non prioritaria
I lavoratori fragili, pur mantenendo una tutela specifica, non hanno più un diritto prioritario allo smart working. Le loro condizioni di salute possono sicuramente costituire un valido motivo per richiedere l’attivazione di questa modalità di lavoro, ma la decisione finale spetta al datore di lavoro, che dovrà valutare la compatibilità della richiesta con le esigenze organizzative dell’azienda.
Le nuove sfide dello smart working
La maggiore flessibilità introdotta dal lavoro agile offre indubbi vantaggi, ma pone anche nuove sfide:
Conciliazione vita-lavoro: lo smart working può favorire una migliore conciliazione tra vita professionale e privata, ma richiede una buona organizzazione e una chiara definizione dei confini tra lavoro e tempo libero.
Isolamento sociale: il rischio di isolamento sociale è un aspetto da non sottovalutare, soprattutto per coloro che lavorano da soli.
Gestione del carico di lavoro: è fondamentale che l’azienda fornisca gli strumenti e le risorse necessarie per garantire che il lavoratore in modalità agile possa svolgere le proprie mansioni in modo efficace ed efficiente.
Come orientarsi in questo nuovo scenario
La complessità della normativa e le numerose variabili in gioco rendono fondamentale rivolgersi a un consulente del lavoro per comprendere al meglio i propri diritti e doveri in materia di lavoro agile.
Studio Borghi, con la sua esperienza nel settore del lavoro e della gestione del personale, è in grado di fornire un supporto completo a tutte le aziende che desiderano adottare o migliorare le proprie modalità di lavoro agile.
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